giovedì 10 ottobre 2013
Roberto Veracini / Poesie
Riporto alcune poesie di Roberto Veracini, poeta Volterrano nonchè mio insegnante di italiano e storia durante le scuole superiori. Come spesso accade nella vita, alcuni personaggi ti passano davanti quando tu non sei pronto per ascoltare quello che hanno da dire e da insegnarti. E' un grande rammarico sapere di aver passato molte giornate con lui senza potere aver conosciuto quello che c'è al di la della figura dell'insegnante: in compenso adesso mi rileggo periodicamente i suoi testi, credo che ordinerò il suo libro a breve.
LE STAGIONI DI VOLTERRA / di ROBERTO VERACINI
INVERNO
L'inverno a Volterra è la solitudine assoluta della piazza, il
rintocco severo delle campane, la nebbia che sale certe sere
che non si possono raccontare
L'inverno a Volterra è il mare lontano, lontanissimo, che
non si riesce più a vedere, è lo sguardo infreddolito e
complice di chi s'incontra la notte, per caso, nel Medioevo
ritrovato dei vicoli e delle piazzette nascoste al turista
L'inverno a Volterra è il tempo che si è fermato nel cielo
limpido, austero, fra le pietre arroccate e le colline spoglie,
invecchiate, è il tramonto infinito, spettacolare, che tinge di
rossomare l'universo intero e poi, all'improvviso,
scompare
ESTATE
L'estate a Volterra è la brezza leggera che si leva sulla
piazza a una cert'ora e si diffonde tiepida nell'aria, portando
via la noia e la solitudine di chi vive la propria vita piano, in
altitudine, fra le colline arse di sole e il sorriso lungo del
mare, attaccato addosso per sempre, come un amore.
Roberto Veracini è nato nel 1956 a Volterra, dove vive.
Laureato in Lettere all’Università di Pisa , allievo di Silvio Guarnieri, insegna italiano e storia negli istituti tecnici.
Ha pubblicato tre raccolte di poesie (“La ragazza in bianco”, 1985, Cesati; “Stazioni, attese”, 1990, Cesati; “Epifanie dell’angelo”, 2001, ed. ampliata 2003, ETS) e una guida poetica di Volterra, insieme al pittore Stefano Tonelli (“Come una guida dell’anima”, 1992, Bandecchi e Vivaldi).
Collaboratore di riviste letterarie, nel 1993 è uno dei fondatori di “Pioggia obliqua”, di cui resta redattore fino al 2000 (anno in cui la rivista fiorentina cessa la pubblicazione).
Ha partecipato a numerose letture pubbliche di poesia e collaborato con musicisti e artisti in varie manifestazioni. Ha curato alcune iniziative culturali per il Comune di Volterra (tra cui “Museo di notte”, “Percorsi poetici”, nei primi anni ’90) e, insieme a Daniele Luti, nel 1999 è stato il promotore del Premio letterario “Ultima frontiera” (dedicato a Carlo Cassola), giunto alla terza edizione; è presidente dell’associazione culturale omonima.
E’ anche autore di testi teatrali, fra cui “Enea” (insieme a Stefano Tonelli, Fabrizio Parrini, Michele Bracciali, rappresentato per la prima volta a Volterra Teatro ’99). Per Volterra Teatro, inoltre, ha curato la Sezione Poesia dal 1996 al 1999.
"Il lupo e il vento"
Non chiedermi un addio né altro
coraggio, non chiedermi spiegazioni
che non so dare, luci e abbagli
di un’altra vita che non si è
vissuta, non chiedermi come
né quando, non chiedermi ragione,
ché ragione più non c’è,
non chiedermi niente,
io sono il lupo e il vento,
l’ombra sottile dei tuoi passi,
io sono l’amante muto
dei tuoi giorni persi.
[R.Veracini]
INVERNO
L'inverno a Volterra è la solitudine assoluta della piazza, il
rintocco severo delle campane, la nebbia che sale certe sere
che non si possono raccontare
L'inverno a Volterra è il mare lontano, lontanissimo, che
non si riesce più a vedere, è lo sguardo infreddolito e
complice di chi s'incontra la notte, per caso, nel Medioevo
ritrovato dei vicoli e delle piazzette nascoste al turista
L'inverno a Volterra è il tempo che si è fermato nel cielo
limpido, austero, fra le pietre arroccate e le colline spoglie,
invecchiate, è il tramonto infinito, spettacolare, che tinge di
rossomare l'universo intero e poi, all'improvviso,
scompare
PRIMAVERA
La primavera a Volterra è l'odore forte delle piante, che
hanno riscoperto il sole e non si danno pace, sentono la terra
umida che si risveglia e un altro vento, ora, tutt'intorno, che
gira forte e s'impenna sulle case ancora chiuse, istupidite
dal lungo inverno che sembrava non finire
La primavera a Volterra sono i turisti piombati tutti insieme
da luoghi incerti, remoti e subito bisognosi di vento e pietre,
come per un incanto di chissà quale dio etrusco, solerte
nell'aria a custodire sogni e immagini per chiunque sappia
- per un giorno almeno - essere complice
L'estate a Volterra è la brezza leggera che si leva sulla
piazza a una cert'ora e si diffonde tiepida nell'aria, portando
via la noia e la solitudine di chi vive la propria vita piano, in
altitudine, fra le colline arse di sole e il sorriso lungo del
mare, attaccato addosso per sempre, come un amore.
AUTUNNO
L'autunno a Volterra è il viandante sul mare di nebbia di
Caspar David Friedrich, il suo sguardo senza confine e
senza tempo, è lo stupore inesausto di fronte alla natura e
alle sue invenzioni
L'autunno a Volterra sono gli alberi fradici che s'inzuppano
di vento e ondeggiano allegri tra le foglie che si perdono e i
sogni che rinascono
Sono gli occhi di una donna, piovuta
nella piazza chissà quando e rimasta per sempre nel tuo
vento
L'autunno a Volterra è il mare che si sente, attraverso le
colline, e ci fa gioire e disperare, come ragazzi che non
sanno se partire o restare, se lasciarsi prendere o - per
sempre - rinunciare
L'autunno a Volterra è comunque vento e vento, che tutto
avvolge nel suo antico sguardo, lasciando nelle pietre e sugli
uomini tracce invisibili, grandi e inenarrabili
LA CITTÀ-NAVE
« Per arrivare a Volterra occorrono mille miglia
di querce, sassi, tramontana, intere
frontiere di lupi e cinghiali, giorni lunghi
siderali e spazi immensi
e aspri, uomini arcigni e solitari, terre
d’argilla assolate, inospitali, pietre durissime
da scolpire, mura chiuse e feritoie
e una pena sottile, che assale…
Eppure guarda - lo diresti ? - qui intorno
è tutto mare…
e la città diventa una nave, protesa
nel cielo, inaffondabile »
[R.Veracini]
Roberto Veracini è nato nel 1956 a Volterra, dove vive.
Laureato in Lettere all’Università di Pisa , allievo di Silvio Guarnieri, insegna italiano e storia negli istituti tecnici.
Ha pubblicato tre raccolte di poesie (“La ragazza in bianco”, 1985, Cesati; “Stazioni, attese”, 1990, Cesati; “Epifanie dell’angelo”, 2001, ed. ampliata 2003, ETS) e una guida poetica di Volterra, insieme al pittore Stefano Tonelli (“Come una guida dell’anima”, 1992, Bandecchi e Vivaldi).
Collaboratore di riviste letterarie, nel 1993 è uno dei fondatori di “Pioggia obliqua”, di cui resta redattore fino al 2000 (anno in cui la rivista fiorentina cessa la pubblicazione).
Ha partecipato a numerose letture pubbliche di poesia e collaborato con musicisti e artisti in varie manifestazioni. Ha curato alcune iniziative culturali per il Comune di Volterra (tra cui “Museo di notte”, “Percorsi poetici”, nei primi anni ’90) e, insieme a Daniele Luti, nel 1999 è stato il promotore del Premio letterario “Ultima frontiera” (dedicato a Carlo Cassola), giunto alla terza edizione; è presidente dell’associazione culturale omonima.
E’ anche autore di testi teatrali, fra cui “Enea” (insieme a Stefano Tonelli, Fabrizio Parrini, Michele Bracciali, rappresentato per la prima volta a Volterra Teatro ’99). Per Volterra Teatro, inoltre, ha curato la Sezione Poesia dal 1996 al 1999.
martedì 1 ottobre 2013
Settembre / Varie
In attesa dell'autunno, dei primi funghi e dei colori caldi nel sottobosco, ecco qualche foto di Settembre... Ho sempre meno tempo per fotografare ma la voglia non manca, anzi. Mi dovrò organizzare fotografando i fine settimana e all'alba prima di andare a lavoro.
giovedì 26 settembre 2013
Il piccolo principe
Scrivo questo post in onore di un grande amico e maestro nel campo della fotografia come Simone. Lui è uno che fotografa con i guanti di velluto, racconta storie fuori dal tempo. Ha modificato un po la sua tipologia e il suo stile crescendo e andando avanti con l'esperienza e gli anni di scatti alle spalle: mi son guardato migliaia di volte i suoi scatti e non mi stanco mai di rivederli. Spero che un giorno riesca davvero ad essere ripagato per la persona che è, per il suo talento incredibile e per tutti gli sforzi che ha fatto nella vita per essere la persona meravigliosa che è oggi. Posto alcuni suoi scatti, quelli forse meno conosciuti dalla gente perchè sono i più vecchiotti, molti di essi scattati con l'analogica, sono i miei preferiti. Li ho tutti salvati in una cartella del pc ed ogni tanto mi piace tirarli fuori e rivedermeli. Rappresentano campagne delle nostre zone, colori stupendi trattati con amore da chi come me ama la sua terra d'origine. Buona visione e seguitelo su:
Simone Stanislai Photographer
giovedì 19 settembre 2013
martedì 17 settembre 2013
Il problema degli schermi digitali
Negli ultimi due anni hanno preso campo in maniera clamorosa gli smartphone, ovvero "cellulari" in grado di navigare sul web come con un pc. Ormai buona parte delle persone seguono siti e social network più sui loro telefoni o tablet che da cari vecchi pc, scorrendo tranquillamente album fotografici e tutto quanto gli si ponga davanti in rete. Il problema sta nel fatto che rispetto agli schermi dei Pc, quelli degli smartphone sono sensibilmente più piccoli con una naturale compressione dei cristalli al loro interno che comportano una compressione delle immagini esagerata che induce ad un contrasto spesso eccessivo. L'impressione anche che ho, è che spesso il livello di contrasto di tali schermi sia già di default impostato più elevato come se non bastasse, in modo da rendere le immagini più sgargianti e colorate. Tutto questo produce un buon effetto sulle foto scattate direttamente dai telefoni stessi ma va a discapito delle immagini trattate in post produzione con tanto amore da chi si occupa di fotografia sia a livello amatoriale che professionale. Già se guardiamo la differenza tra un comune schermo Pc Desktop e quello di un portatile noteremo come nell'80% dei casi le immagini saranno diverse e risulteranno molto più contrastate sul Desktop. Ho provato a caricare la stessa immagine sul mio Notebook, sul mio Desktop, sul mio cellulare e su quello di mio fratello... risultato? Quattro immagini a livello di contrasto e saturazione diversa. La domanda è quindi: l'immagine che sto vedendo sul mio schermo è quella reale oppure no? Nel mio caso ho notato che quando mando le foto in stampa il risultato che vedo è lo stesso che vedo nel Notebook dove lavoro e preparo le foto. Non avevo mai dato peso alla taratura degli schermi ma credo che al giorno d'oggi sia importante, e che la visualizzazione di foto su supporti portatili come i telefoni non renda spesso giustizia a chi la foto l'aveva tarata diversamente.
lunedì 16 settembre 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)