"Il lupo e il vento"
Non chiedermi un addio né altro
coraggio, non chiedermi spiegazioni
che non so dare, luci e abbagli
di un’altra vita che non si è
vissuta, non chiedermi come
né quando, non chiedermi ragione,
ché ragione più non c’è,
non chiedermi niente,
io sono il lupo e il vento,
l’ombra sottile dei tuoi passi,
io sono l’amante muto
dei tuoi giorni persi.
[R.Veracini]
INVERNO
L'inverno a Volterra è la solitudine assoluta della piazza, il
rintocco severo delle campane, la nebbia che sale certe sere
che non si possono raccontare
L'inverno a Volterra è il mare lontano, lontanissimo, che
non si riesce più a vedere, è lo sguardo infreddolito e
complice di chi s'incontra la notte, per caso, nel Medioevo
ritrovato dei vicoli e delle piazzette nascoste al turista
L'inverno a Volterra è il tempo che si è fermato nel cielo
limpido, austero, fra le pietre arroccate e le colline spoglie,
invecchiate, è il tramonto infinito, spettacolare, che tinge di
rossomare l'universo intero e poi, all'improvviso,
scompare
PRIMAVERA
La primavera a Volterra è l'odore forte delle piante, che
hanno riscoperto il sole e non si danno pace, sentono la terra
umida che si risveglia e un altro vento, ora, tutt'intorno, che
gira forte e s'impenna sulle case ancora chiuse, istupidite
dal lungo inverno che sembrava non finire
La primavera a Volterra sono i turisti piombati tutti insieme
da luoghi incerti, remoti e subito bisognosi di vento e pietre,
come per un incanto di chissà quale dio etrusco, solerte
nell'aria a custodire sogni e immagini per chiunque sappia
- per un giorno almeno - essere complice
L'estate a Volterra è la brezza leggera che si leva sulla
piazza a una cert'ora e si diffonde tiepida nell'aria, portando
via la noia e la solitudine di chi vive la propria vita piano, in
altitudine, fra le colline arse di sole e il sorriso lungo del
mare, attaccato addosso per sempre, come un amore.
AUTUNNO
L'autunno a Volterra è il viandante sul mare di nebbia di
Caspar David Friedrich, il suo sguardo senza confine e
senza tempo, è lo stupore inesausto di fronte alla natura e
alle sue invenzioni
L'autunno a Volterra sono gli alberi fradici che s'inzuppano
di vento e ondeggiano allegri tra le foglie che si perdono e i
sogni che rinascono
Sono gli occhi di una donna, piovuta
nella piazza chissà quando e rimasta per sempre nel tuo
vento
L'autunno a Volterra è il mare che si sente, attraverso le
colline, e ci fa gioire e disperare, come ragazzi che non
sanno se partire o restare, se lasciarsi prendere o - per
sempre - rinunciare
L'autunno a Volterra è comunque vento e vento, che tutto
avvolge nel suo antico sguardo, lasciando nelle pietre e sugli
uomini tracce invisibili, grandi e inenarrabili
LA CITTÀ-NAVE
« Per arrivare a Volterra occorrono mille miglia
di querce, sassi, tramontana, intere
frontiere di lupi e cinghiali, giorni lunghi
siderali e spazi immensi
e aspri, uomini arcigni e solitari, terre
d’argilla assolate, inospitali, pietre durissime
da scolpire, mura chiuse e feritoie
e una pena sottile, che assale…
Eppure guarda - lo diresti ? - qui intorno
è tutto mare…
e la città diventa una nave, protesa
nel cielo, inaffondabile »
[R.Veracini]
Roberto Veracini è nato nel 1956 a Volterra, dove vive.
Laureato in Lettere all’Università di Pisa , allievo di Silvio Guarnieri, insegna italiano e storia negli istituti tecnici.
Ha pubblicato tre raccolte di poesie (“La ragazza in bianco”, 1985, Cesati; “Stazioni, attese”, 1990, Cesati; “Epifanie dell’angelo”, 2001, ed. ampliata 2003, ETS) e una guida poetica di Volterra, insieme al pittore Stefano Tonelli (“Come una guida dell’anima”, 1992, Bandecchi e Vivaldi).
Collaboratore di riviste letterarie, nel 1993 è uno dei fondatori di “Pioggia obliqua”, di cui resta redattore fino al 2000 (anno in cui la rivista fiorentina cessa la pubblicazione).
Ha partecipato a numerose letture pubbliche di poesia e collaborato con musicisti e artisti in varie manifestazioni. Ha curato alcune iniziative culturali per il Comune di Volterra (tra cui “Museo di notte”, “Percorsi poetici”, nei primi anni ’90) e, insieme a Daniele Luti, nel 1999 è stato il promotore del Premio letterario “Ultima frontiera” (dedicato a Carlo Cassola), giunto alla terza edizione; è presidente dell’associazione culturale omonima.
E’ anche autore di testi teatrali, fra cui “Enea” (insieme a Stefano Tonelli, Fabrizio Parrini, Michele Bracciali, rappresentato per la prima volta a Volterra Teatro ’99). Per Volterra Teatro, inoltre, ha curato la Sezione Poesia dal 1996 al 1999.
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